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WP 1.6 Risorse criosferiche montane

I ghiacciai alpini e la copertura nevosa sono indicatori molto sensibili ai cambiamenti climatici e rappresentano un serbatoio di risorsa idrica fondamentale, in grado di rilasciare acqua di fusione nella stagione estiva, tipicamente con precipitazioni più scarse. Una riduzione di tali riserve, in atto ormai da diversi anni, può comportare gravi conseguenze sulla disponibilità idrica e sulle portate dei corsi d’acqua. Questo WP è dedicato alla creazione di database coerenti, temporalmente e cronologicamente, sull’evoluzione di questa importante componente della criosfera nel nostro Paese.  

Attività svolte

Task 1. Monitoraggio e censimento quantitativo dei ghiacciai delle Alpi Italiane e dell’unico ghiacciaio Appenninico, il Ghiacciaio del Calderone nel massiccio del Gran Sasso: dati quantitativi (quali lunghezza, area, esposizione, inclinazione) georiferiti e rilevati in precisi intervalli cronologici (1957-1958, 1988-1989, 2006-2007, 2014-15), oltre a dati secolari di variazione delle fronti glaciali, dati raccolti per la valutazione dei bilanci di massa annuali (dal 1967) e alle relative variazioni della ELA (Equilibrium Line Altitude); raccolta di materiale iconografico e fotografico/ fotogrammetrico in collaborazione con il Comitato Glaciologico Italiano (CGI).

Task 2. Sviluppo e validazione di modelli concettuali e/o empirici della dinamica dei ghiacciai alpini. In particolare, è stato implementato e applicato in maniera diffusa uno strumento per definire delle serie e delle equazioni di evoluzione dei vari ghiacciai alpini, suddivisi per macro-aree e geomorfologie specifiche. Sono stati sviluppati algoritmi atti a tradurre le metodologie sopra descritte in ambito geo-spaziale tramite software GIS “Geographic Information System”.

Task 3. E’ stata effettuata la stima dello stato e dei cambiamenti della copertura nevosa sulle montagne italiane (profondità e durata del manto nevoso, Snow Water Equivalent, precipitazione solida) mediante raccolta dei dati in situ da stazioni disponibili, immagini aeree e dati satellitari e di rianalisi. L'attività svolta mirava a raccogliere dataset relativi a grid di “snow water equivalent” da telerilevamento, rianalisi e simulazioni di modelli climatici per l’intera regione alpina (GAR), al fine di esplorare la loro capacità di fornire una visione coerente della distribuzione dell’equivalente in acqua fornito dal manto nevoso e delle condizioni climatiche nell'area alpina.

Risultati ottenuti

Sono stati ricostruiti i limiti dei ghiacciai italiani con riferimento all’intero arco alpino e al Ghiacciaio del Calderone, il più meridionale dei ghiacciai della nostra penisola (Gran Sasso d’Italia, Appennino Centrale). E’ stato realizzato un database multi-temporale (2012-2014, 2006-2007, 1988-1989) dei parametri glaciologici quantitativi dei ghiacciai italiani, oltre alla relativa cartografia. Il database contiene i principali parametri morfometrici di ciascun corpo glaciale (area, lunghezza massima, larghezza, pendenza, altezza massima e minima, aspetto, latitudine e longitudine del centroide del ghiacciaio) e il numero identificativo (ID) come suggerito dal WGMS (1989). Inoltre, il dBASE contiene ulteriori campi relativi al nome e numero del ghiaccaio come indicato nel precedente Catasto dei Ghiacciai Italiani (CGI-CNR, 1959, 1961a, 1961b, 1962) e la posizione geografica, seguendo la suddivisione internazionale standardizzata delle montagne delle Alpi (SOIUSA). E’ stato costruito e validato un database relativo alle variazioni frontali dei ghiacciai italiani monitorati dal CGI, anche al fine di ricostruire curve tempo-distanza che abbacciano oltre un secolo di osservazioni glaciologiche. Infine, sono state validate e raccolte in un database le misure disponibili sul monitoraggio dei bilanci di massa dei ghiacciai italiani (17 ghiacciai, il più antico dei quali, il Ghiacciaio del Careser è monitorato sin dal 1966/67).

Sono stati sviluppati moduli fisicamente basati in grado di applicare funzioni matematiche per ricavare da un modello digitale del terreno la variazione spaziale dello spessore del ghiacciaio, input per lo studio della sua evoluzione. E’ stato quindi generato un modulo che permette di interfacciarsi con il Minimal Glacier Model all'interno della tecnologia GIS, al fine di ricostruire con risoluzione spaziale l'andamento simulato della fronte glaciale. Il banco di prova per ricercare la miglior soluzione di accoppiamento GIS – Minimal Model è stato il ghiacciaio del Rutor (Area ovest della Valle d’Aosta), del quale si ha una utile descrizione e la possibilità di dividere in settori di linee di flusso diverse il margine in ritiro (Strigaro et al., 2015, v. WP2.6). E’ stata  effettuata la stima dello stato e dei cambiamenti della copertura nevosa sulle montagne italiane (profondità e durata del manto nevoso, Snow Water Equivalent, precipitazione solida) mediante raccolta dei dati in situ da stazioni disponibili, immagini aeree e dati satellitari e di rianalisi.